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Le aziende di Taiwan aiutano Huawei nella guerra dei chip
 

Nonostante le tensioni politico-militari tra Taipei e Pechino, sul fronte strategico dei semiconduttori le imprese taiwanesi continuano a sostenere l'avanzamento tecnologico cinese. Compreso quello del colosso nel mirino degli Stati Uniti
 

13 ottobre 2023


Taipei - Alcune aziende chiave di Taiwan nel campo dei microchip stanno rifornendo di semiconduttori la Cina, che in teoria dovrebbe essere la loro principale rivale. Non solo, alcune compagnie stanno addirittura sostenendo il programma di rilancio e avanzamento tecnologico dell'azienda che più di tutte è nel mirino degli Stati Uniti, ovvero Huawei.

Diverse aziende tecnologiche taiwanesi, infatti, stanno aiutando il colosso cinese a costruire le infrastrutture per una rete di impianti di produzione di chip nel sud della Cina non lontano da Shenzhen, metropoli in cui è nata l'azienda fondata nell'87 da Ren Zhengfei. Huawei, inoltre, ha da poco presentato al mondo il suo nuovo Mate 60 Pro, smartphone alimentato dal chip più avanzato mai prodotto in Cina senza l'utilizzo di tecnologie statunitensi. Però, il fatto che il nuovo modello non sia stato citato durante il grande evento pensato dall'azienda cinese per i consumatori e tenutosi il 25 settembre 2023 - giorno, tra l'altro, del secondo anniversario del rientro in Cina di Meng Wanzhou (figlia di Ren) dopo l'arresto in Canada con l'accusa di frode - fa pensare che l'azienda potrebbe non essere ancora in grado di avviare una produzione di massa a costi sostenibili.

Esisterebbe però una rete “segreta” - come l'hanno definita quest'estate alcuni media occidentali -, in grado di aiutare a far sì che questo obiettivo sia raggiungibile. Secondo Bloomberg, nei siti targati Huawei lavorano attivamente diverse unità di aziende taiwanesi. Tra queste, la L&K engineering di Taipei e la Topco scientific, che rivende materiali per la costruzione di chip. Ma anche l'impresa di costruzioni United integrated services, anch'essa con sede a Taipei. Nel frattempo, la Cica-huntek chemical technology Taiwan ha dichiarato sul suo sito web di essersi aggiudicata contratti per la costruzione di sistemi di fornitura di prodotti chimici per due produttori di chip cinesi, la Shenzhen pensun technology e la Pengxinwei ic manufacturing. Entrambe le aziende sono state identificate come collaboratrici di Huawei per la costruzione di impianti di produzione di chip.

"Taiwan aiuta a realizzare i chip per i missili cinesi"
Un aspetto da non sottovalutare è che i fornitori taiwanesi coinvolti nella vicenda potrebbero aiutare Huawei e altre aziende continentali a sviluppare un know-how necessario a completare un sostanziale ammodernamento. Sì, perché quei fornitori taiwanesi sono gli stessi che in passato hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere titani dell'industria come la Taiwan semiconductor manufacturing company (Tsmc). In tutte e tre le sedi del colosso tecnologico cinese visitate da Bloomberg erano presenti lavoratori delle aziende taiwanesi.

"I chip di questi impianti costruiti con l'aiuto di aziende taiwanesi potrebbero essere utilizzati nei missili cinesi potenzialmente diretti a Taiwan - ha dichiarato a Bloomberg Li Jung-Shian, professore di ingegneria elettrica presso la National Cheng Kung University di Tainan. - Il governo della presidente Tsai Ing-wen non è serio riguardo alla difesa di Taiwan se non rafforza i controlli sul sostegno delle aziende locali a Huawei". In risposta il ministero degli affari economici di Taiwan, responsabile del controllo delle esportazioni, ha dichiarato che esaminerà le relazioni delle quattro aziende taiwanesi con Huawei.

 

Anche se a qualcuno potrà sembrare strano, non si tratta certo di una novità. La Tsmc ha rifornito Huawei fino all'ultimo momento possibile prima che entrassero in vigore le restrizioni degli Stati Uniti, aumentando anche il ritmo delle forniture prima che calasse il sipario. Nel 2021, Tsmc ha fornito alla cinese Oppo le tecnologie per lo sviluppo di chip a 3 nanometri, più avanzati rispetto a quelli a 5 o 4 nanometri che verranno sviluppati nei suoi impianti in costruzione in Arizona. Anche la SiEngine Technology, azienda di Wuhan specializzata nel design di chip dedicati all’automotive, utilizza prodotti targati Tsmc.

Il gigante del taiwanese Morris Chang, che da solo controlla oltre il 50% dello share globale del comparto di fabbricazione e assemblaggio, mantiene in attività una fonderia a Nanchino e ha deciso di interrompere le spedizioni di chip alla Tianjin phytium information technology - una delle entità cinesi che stanno sviluppando i cosiddetti "supercomputer" con possibili applicazioni anche in campo militare - solo dopo che le era stato intimato direttamente dall'amministrazione Biden.

Perché le aziende taiwanesi sostengono gli sforzi di Huawei
Perché le aziende taiwanesi non vogliono recidere questo cordone tecnologico? La prima risposta, scontata e semplice, è quella degli affari. Il peso delle esportazioni verso il mercato cinese è ancora fortissimo, nonostante le aziende taiwanesi siano sempre più ambite a livello internazionale. Ma la stessa Tsmc sa che progettare impianti altrove, nello specifico in occidente, non è del tutto redditizio. Persino in Arizona, in un duplice progetto dall'alto significato politico e strategico, si continuano ad accumulare ritardi e problemi gestionali, visto che i sindacati statunitensi si oppongono all'assunzione di ingegneri taiwanesi.

C'è poi anche un discorso politico, che il governo taiwanese non fa del tutto esplicitamente ma che ha ben presente. In assenza di dialogo tra i governi delle due sponde dello stretto di Formosa, i colossi tecnologici svolgono il ruolo di ambasciatori.

Qualche esempio? Nella primavera del 2021, durante un periodo in cui il successo iniziale di Taiwan nel contenimento del Covid-19 aveva causato un temporaneo rallentamento nella campagna di vaccinazione dell'isola, furono proprio Tsmc e Foxconn (uno dei principali fornitori di Apple e attiva con impianti giganteschi nella Repubblica Popolare) a sbloccare una pericolosa impasse, acquistando su indicazione del governo dieci milioni di dosi di vaccini Pfizer da Fosun pharma, azienda con sede a Shanghai che deteneva l'esclusiva per la distribuzione del siero anche su Taiwan.

 

Sempre in rappresentanza del governo di Taipei, negli ultimi cinque anni Morris Chang ha partecipato ai vari summit dell'Apec. Nel 2022 a Bangkok ha anche avuto un breve colloquio bilaterale col presidente cinese Xi Jinping. L'incontro più rilevante tra rappresentanti dei due paesi dal 2015, quando andò in scena il primo, e finora unico, summit tra i leader Xi e l'allora presidente taiwanese Ma Ying-jeou, a Singapore.

I chip entrano nella campagna elettorale taiwanese
Certo, c'è differenza tra esportare microchip e sostenere attivamente “sul campo” i piani di ammodernamento di quella che - stando almeno ai racconti statunitensi - è una tra le principali minacce per Taipei, considerati i presunti collegamenti di Huawei con l'esercito popolare di liberazione cinese. Negli ultimi mesi, però, le prese di posizione esplicite di imprenditori, ma anche di funzionari taiwanesi contro il disaccoppiamento tra i due paesi sono aumentate. Lo stesso ministero dell'economia di Taipei ha definito “impossibile” un decoupling tecnologico totale dalla Cina.

La vicenda ha tutte le potenzialità per entrare tra i temi di dibattito della campagna elettorale per le presidenziali taiwanesi in programma a gennaio 2024. L'esternalizzazione delle aziende taiwanesi viene descritta dall'opposizione del Kuomintang come un rischio per la sicurezza di Taiwan e la possibile perdita di un importante asset strategico. Il governo e la Tsmc invece minimizzano l'influenza cinese, annunciando regolarmente nuovi investimenti sul territorio dell'isola.

Dopo aver lanciato la produzione di massa di chip a 3 nanometri, per Tsmc si intravede già all'orizzonte quella dei chip a 2 nanometri nella nuova fabbrica di Kaohsiung. Anche se le attività delle aziende taiwanesi in cooperazione con Huawei, come sembra, non dovessero essere in violazione delle sanzioni americane, il loro significato resta rilevante. Sia sul fronte interno sia per il messaggio inviato a Washington.

 

Fonte, https://www.wired.it/article/huawei-taiwan-microchip-cina-tsmc/

 



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