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I colossi della tecnologia vogliono mettere al sicuro Taiwan

 

LORENZO LAMPERTI

10.05.2023


Acer, Asus, Microsoft, Pegatron, che è tra i principali fornitori di Apple tracciano il ruolo di Taipei nelle catene di approvvigionamento e la riduzione dell'esposizione verso la Cina: questione di costi, non solo geopolitica
Taipei - Prima la guerra commerciale e tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Poi la pandemia di Covid-19. Infine la guerra in Ucraina. E le rinnovate tensioni in Asia-Pacifico. Il mondo cambia rapidamente. Già epicentro di attenzioni politiche, commerciali e tecnologiche, Taiwan è uno degli snodi cruciali di questi cambiamenti. E prova ad adattarsi per far fronte a un futuro potenzialmente (ma non inevitabilmente) turbolento. Nei giorni scorsi si sono riuniti a Taipei i leader di alcuni dei principali colossi digitali e dell'elettronica locali, nell'ambito del simposio Global Supply Chain Resilience and Esg Strategies of Taiwanese Ict Industry, organizzato da Computex Taipei, importante manifestazione internazionale in programma dal 30 maggio al 2 giugno prossimi.

Dopo l'apertura di Paul Peng, presidente della Taipei Computer Association, ha preso la parola Chris Hung, vicepresidente e direttore generale del Market Intelligence & Consulting Institute (Mic), che ha tracciato un quadro generale dei cambiamenti sulle catene di approvvigionamento e le contromisure dell'industria Ict (Information & communication technology). “L'economia globale rallenterà e toccherà il punto più basso nella seconda parte del 2023, per poi risalire”, sostiene Hung, il quale sottolinea che la delocalizzazione dalla Cina è “cominciata già ben prima della guerra, ma con il conflitto in Ucraina c'è stata un'accelerazione”. Tra le cause precedenti e concomitanti alla guerra, l'aumento del controllo alle esportazioni in materia tecnologica e l'espansione delle sanzioni statunitensi alle aziende cinesi.

La rilocalizzazione dalla Cina
Secondo Hung, questo porterà i colossi dell'elettronica taiwanese a rilocalizzarsi sempre più in altri paesi e nascenti hub produttivi. Le destinazioni? India per gli iPhone, come dimostrano le recenti manovre della Foxconn, Vietnam e Messico per manifattura hi-tech, Malesia, Thailandia e la stessa Taiwan per server e data center. Nel corso del 2022 diverse multinazionali hanno aumentato la presenza a Taiwan, nonostante le intemperie geopolitiche.

Tra queste Amazon, con un nuovo centro d'innovazione a Nuova Taipei; Micron, con l'espansione del proprio stabilimento di Taoyuan; Nvidia, con una nuova base logistica a Zhongli; l'olandese Asml, con i piani di espansione dei suoi centri di Taoyuan e Tainan. Mentre Google prosegue la costruzione di un data center a Yunlin. “Il motivo principale è che Taiwan ha grandi infrastrutture, un ecosistema maturo a livello tecnologico e un ampio pool di talenti per le industrie Ict. Il tutto garantisce benefici su costi e risultati”, sostiene Hung.

 

Fonte, https://www.wired.it/article/taiwan-cina-chip-asus-pegatron-microsoft/  

 



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